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Grande successo della “Secchiata” a Castel Gandolfo per preservare il lago Albano

Ne è una riprova la diminuzione delle sue acque di quasi 7 metri in 40 anni(1), con una perdita di volume pari al 25% di quello complessivo, e un arretramento di 124 metri nel 2024(2), ma la situazione è ben più grave: essa riguarda in primis l’abbassamento idrico delle falde sotterranee.
Il lago di Nemi, invece, ha visto il calo di 6,5 metri del livello dell’acqua, con una perdita di 11 milioni di metri cubi(3). Ma, dopo numerosi studi sul campo effettuati negli anni da insigni scienziati; nonostante i segnali d’allarme lanciati dalle Associazioni ambientaliste locali ai vari Enti, ai cittadini e ai Comuni che incidono sui due bacini vulcanici; malgrado la promulgazione della delibera regionale n. 445 del 2009, parzialmente applicata, poco è stato fatto per evitare il dissesto idrogeologico. Il quale non riguarda solo le superfici dei laghi e la dispersione idrica dovuta alle reti colabrodo che, ad esempio, ad Albano è circa del 50%(4), ma il territorio d’intorno, con una perdita di ben 1130 ettari(5) di copertura forestale. Le cause di tutto ciò sono antropiche – il cambiamento climatico incide di poco – mentre gli interventi di tutela dipendono dalla politica, che per mettere in salvo il territorio, dovrà evitare nuove cementificazioni e lottizzazioni, per favorire un turismo e uno sviluppo residenziale dolce, rispettoso degli ecosistemi.

Per protestare contro il disinteresse istituzionale e sensibilizzare i cittadini alle tematiche ambientaliste, in una bella giornata di sole autunnale, dopo quella svoltasi a Nemi, circa 200 persone, su invito del Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani, hanno dato vita all’azione simbolica “La Secchiata”. Con i propri secchi colorati, in tanti hanno prelevato l’acqua dalla fontana del Bernini di Piazza della Libertà a Castel Gandolfo. Poi, dopo essersi posizionati a 30 passi l’uno dall’altro lungo la strada che porta giù al lago Albano, hanno creato una catena umana sino al molo, per passare di mano in mano i secchi pieni e versarli infine nel lago.

La manifestazione ha avuto un’eco mediatico, per sollecitare un’operazione di salvataggio e coinvolgere, insieme ai Comuni interessati, organismi come ACEA, AUBAC (Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale), l’Ente di Gestione del Parco Castelli Romani. E trovare soluzioni fattibili: prendere acqua dai Monti Simbruini, dal Tevere, come hanno proposto alcuni, è difficile da realizzare ed è inquinante. Bisogna, invece, porre fine all’asfalto e alla cementificazione (in pochi anni da 250 mila abitanti si è passati a quasi 400 mila utenze che usufruiscono dell’acqua dei laghi), con una moratoria totale su tutti i Castelli Romani sulle nuove costruzioni; limitare l’abusivismo, che comporta la perdita del 20% della superficie libera. E basterebbe ridurre del 30%(6) i consumi d’acqua dei cittadini privati e delle attività produttive, spiegano gli esperti, per limitare i danni.

Hanno partecipato alla manifestazione le associazioni Le Frecce di Diana, Le Formiche di Marino, Madre Talea, Schierarsi. Presenti Andrea Silvestri e Doris Ercolani, del Comitato di Protezione Boschi dei Colli Albani, insieme allo scrittore Maurizio Bocci. Tra le voci sul campo che hanno promosso la “Secchiata”, è intervenuto, in piazza, Enrico Del Vescovo, Presidente della Sezione Castelli Romani di Italia Nostra. Il quale si è detto indignato soprattutto nei confronti di ACEA che, pare, stia predisponendo una condotta verso Ariccia che avrà un diametro doppio rispetto a quella precedente, con una portata idrica 6 volte potenzialmente rispetto a quella attuale, al fine di aumentare la captazione di acqua dal lago Albano. Sulla scia di Del Vescovo, Andrea Silvestri, del Comitato, ha spiegato che la nuova condotta partirà dal pozzo Sforza Cesarini, attraverserà il bosco, tra l’altro con l’abbattimento di alberi secolari, sino a Monte Gentile e alla località Miralago. Ciò desta preoccupazione, perché potrebbe essere un sintomo di future speculazioni edilizie.

Ben vengano iniziative come La Secchiata, che chiedono con urgenza alla politica di utilizzare al meglio i fondi del PNRR per la Tutela Ambientale. Speriamo che si “smuovano le acque”, per il bene dei nostri amati laghi.

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